Analisi Previsionale 2014

Imola, 26 novembre 2013
Sergio Prati – Presidente Alleanza delle Cooperative Italiane Imola

 

Nota metodologica

L’Alleanza delle Cooperative Italiane Imola, per la prima volta, ha predisposto una indagine previsionale in questo periodo dell’anno. Questo fatto contribuisce a presentare una indagine previsionale relativa al prossimo anno ed una tendenza maggiormente esaustiva e complessiva della realtà cooperativa imolese, per contro, questo fatto, rende solo parzialmente ed indicativamente raffrontabili i dati emergenti con gli andamenti evidenziati lo scorso anno, in questo stesso periodo, in quanto ovviamente non omogenei, essendosi incrementato il campione. Ciò nonostante e con questa precisazione, ma puramente a titolo indicativo, vengono riprese anche le tendenze e stime precedenti.

Proprio per questo motivo, a differenza di altre indagini, non siamo andati a scomporre il campione anche in base al dato della dimensione imprenditoriale.

Il metodo adottato, per effettuare un’analisi previsionale relativa al 2014, è basato sulla predisposizione di un questionario sottoposto ad un campione estremamente rappresentativo di Cooperative ed Imprese aderenti.

Il campione statistico è costituito da 40 Imprese, articolate nei vari settori/comparti di attività e rappresenta una percentuale estremamente significativa sia in termini di fatturato, che di occupati, rispetto all’insieme delle Imprese aderenti.

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 Andamento settore

Il 60% delle Imprese intervistate ritiene che nel 2014 l’andamento del proprio settore di attività si manterrà sostanzialmente stabile rispetto al 2013. Il 5% del campione segnala una previsione di crescita ed un 35% una diminuzione. Rispetto alle valutazioni e tendenze comunque emerse e raccolte lo scorso anno (pur a fronte, come richiamato nelle premesse, di un campione non del tutto omogeneo), si evidenzia un leggero incremento delle previsioni di crescita, a fronte di un incremento di indicazioni di stabilità ed una leggera flessione di previsioni di diminuzione dell’andamento del settore. In generale possiamo pertanto affermare che, relativamente all’andamento del settore, tendono ad evidenziarsi ulteriori indicazioni di una accentuazione delle problematicità già evidenziate del corso del 2012. Non emergono segnali concreti e duraturi di crescita e sviluppo diffuso, permangono e si accentuano criticità dell’economia ed una forte incertezza in particolare, per alcuni settori.

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Andamento Imprese

Relativamente a questo aspetto un 74% (67%) ritiene che la propria Impresa manterrà anche nel prossimo anno un fatturato stabile rispetto al 2013; un 6% (7%) prevede una crescita ed un 20% (26%) una diminuzione. Pertanto relativamente all’andamento delle singole imprese, si evidenzia una tendenza orientata verso una ulteriore accentuazione di una marcata prudenza e pertanto della conferma del dato del corrente anno, accanto ad una leggera contrazione di previsione di incremento e ad una sensibile diminuzione di previsioni di diminuzione del fatturato.

Per quanto riguarda invece le imprese che hanno evidenziato una previsione di contrazione del fatturato, si va da un -5% fino ad un -35%.

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Andamento export

Tenuto conto della vocazione all’Export, della presenza datata e strutturata sui mercati esteri e della consistente rilevanza del fatturato stesso per il nostro distretto Cooperativo, dei rapporti di cambio e della situazione economica globale, a seguito della crisi finanziaria ed economica che, avviata a fine 2008 si è protratta anche nel 2012 seppure in modo differenziato per Aree e Paesi, abbiamo cercato di verificarne l’andamento. A seguito del risultato di prechiusura del 2013 (un +4% a fronte di una flessione di quasi il 4% del fatturato complessivo delle imprese) un 57% (40%) ritiene il fatturato in area euro stabile, un 29% (60%) in diminuzione ed un 14% ipotizza una crescita (lo scorso anno nessuno ipotizzava una crescita). Per quanto riguarda l’area extra euro un 67% ipotizza una crescita (60%), un 33% (20%) una tendenza alla conferma dei fatturati e pertanto alla stabilità, nessuna impresa ipotizza una diminuzione (20%). Pertanto rispetto a queste due macro aree, pur nell’ambito di differenze anche significative, legate alla situazione e prospettive economiche di vari Paesi ed aree, si evidenziano il perdurare e l’accentuarsi di maggiori problematicità nell’area euro, pur con alcuni segnali di miglioramento, mentre emerge una maggiore dinamicità ed aspettativa di crescita nell’area extra euro, in miglioramento anche significativo rispetto alla situazione precedente. Ovviamente su queste aree continueranno a concentrarsi i confronti con i maggiori competitors mondiali e su questi aspetti incideranno, oltre alla qualità dei prodotti e servizi, alle capacità e condizioni delle specifiche imprese, anche le condizioni competitive dei rispettivi Paesi.

 

Fattori criticità

Attraverso il questionario abbiamo cercato di valutare ed aggiornare i possibili fattori di criticità e le relative conseguenze, per il futuro sviluppo delle Cooperative.

Al primo posto (18,4% delle risposte) il “quadro socio – politico nazionale ed internazionale”; a seguire (16% delle risposte) viene evidenziata la “incidenza del costo del lavoro” e (12,8% delle risposte) la “diminuita disponibilità finanziaria degli Enti Locali”; si prosegue poi con gli “andamenti economici europei ed internazionali nonché nuovi competitors” (11,2%); la “diminuzione della redditività reale aziendale” (9,6%); la “difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie allo sviluppo aziendale” e gli “eccessivi obblighi ed adempimenti burocratici per l’Impresa” (8,8%). A seguire la “incidenza dei costi delle materie prime e/o energetici” (7,2%) e la “difficoltà di accesso al credito” (6,4%)

La “scala” relativa ai fattori di criticità evidenzia alcune variazioni rispetto alla situazione dello scorso anno. Avanza sensibilmente alcune posizioni la situazione degli enti locali, mentre la difficoltà di accesso al credito si ridimensiona, forse a fronte del quasi blocco in atto da vari mesi, per cui ormai si evita anche di segnalarla. La situazione economica ed le conseguenti ricadute in termini occupazionali, non tendono ad allentare, ma viceversa si accentuano le difficoltà nel reperire le figure professionali (in particolare quelle tecniche), comunque necessarie alle imprese ed ancora evidenziata.

 

Investimenti

A fronte di una situazione economica ed aziendale, che evidenzia segnali e tendenze improntate ad una nuova accentuazione di una fase di marcata criticità e stagnazione della economia del Paese ma non solo, un 67% (56%) delle Imprese ha dichiarato che nel 2014 effettuerà investimenti che, in particolare, saranno rivolti, in ordine decrescente, verso beni strumentali (immobili, macchinari ed attrezzature); nuove tecnologie, ricerca e sviluppo e partecipazioni finanziarie. In questo modo registriamo una sensibile variazione positiva rispetto alla situazione evidenziata lo scorso anno ed una conferma relativamente anche alla tipologia di investimenti. Infine un 33% (44%) delle Imprese non valuta, in questa fase, di effettuare investimenti.

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Delocalizzazione

Abbiamo voluto continuare a mantenere monitorato anche questo aspetto, particolarmente rilevante in termini di ricadute per le Imprese stesse ma anche più in generale per il tessuto economico e sociale locale. Ovviamente si tratta di un fenomeno che coinvolge solo Imprese strutturate, di dimensioni significative e che quindi potenzialmente fa riferimento ad un numero molto limitato delle stesse. Al di là di situazioni avviate e sviluppate negli anni passati, emerge la conferma che alcune imprese di medio grandi dimensioni imprenditoriali, evidenziando un dato costante con quello dello scorso anno ritengono di procedere ulteriormente in questa direzione, come obiettivo a breve e/o in fase di attuazione. Anche in questa occasione, riteniamo importante confermare e ribadire come le Imprese che hanno avviato processi di delocalizzazione, stiano operando in questa direzione solo realizzando altrove produzioni aggiuntive (rispetto a quelle realizzate nel Circondario Imolese, come risulta chiaramente sulla base dei dati reali 2013 e delle ricadute economiche sul sistema produttivo locale. Da questi dati emerge come in valore assoluto le ricadute economiche si mantengono ed in alcuni casi si incrementano), finalizzate al mantenimento di mercati ed a nuovi mercati, non aggredibili con prodotti e servizi realizzati e forniti direttamente dal nostro Paese. Pertanto queste scelte, particolarmente difficili da attuare, stante la natura e le finalità dell’ Impresa Cooperativa e la sua strettissima relazione con il Territorio e la Comunità Locale, fino ad oggi, possiamo dire che non solo non hanno determinato particolari ricadute negative per il sistema produttivo e sociale locale, ma in alcune situazioni si sono rivelate positivi e significativi volani, in termini di nuove ed aggiuntive opportunità lavorative per i lavoratori e le sedi produttive ubicate nel nostro territorio.

Nuove assunzioni

Su questo aspetto il 46% (19%) delle Cooperative ritiene che nel corso del 2014 procederà con nuove assunzioni (naturalmente all’interno di questo dato vengono ricomprese le eventuali sostituzioni ed i pensionamenti), mentre il rimanente 54% non ritiene, stante la situazione attuale e le prospettive per il prossimo anno, di operare in questa direzione. Sostanzialmente si tratta di un netto miglioramento, seppure anche molto diversificato per settori ed imprese, rispetto alla tendenza evidenziata lo scorso anno. Relativamente alla tipologia contrattuale da utilizzare per le ipotizzate nuove assunzioni, emerge che le Imprese ritengono di procedere con assunzioni a tempo determinato (49%), con possibili assunzioni a tempo indeterminato (41%), con l’utilizzo del lavoro interinale (7%) ed altre forme contrattuali (3%).

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Ammortizzatori sociali e basi occupazionali

Il perdurare della crisi e della situazione di criticità, in cui versano un numero sempre maggiore di imprese, emerge dalla lettura di questi dati. Relativamente poi alla tenuta delle basi occupazionali, emerge invece una possibile inversione di tendenza e pertanto una conferma di alcuni segnali di possibile rallentamento/conclusione della discesa in atto da alcuni anni. Il 35% del campione di imprese ritiene che nel corso del 2014 farà uso di ammortizzatori sociali (18%) mentre il 16% (26%) ipotizza anche una possibile riduzione della propria base occupazionale.

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Risorse umane

Elemento chiave della competitività è sicuramente rappresentato dal capitale umano delle Cooperative. Abbiamo pertanto cercato di cogliere alcuni elementi rispetto alle risorse umane, proprio in funzione della valenza strategica che le stesse rivestono. Il 97% (96%) delle Imprese ritiene necessario continuare ad investire sulle risorse umane, con particolare riferimento ad attività di formazione ed aggiornamento professionale (74%), ma anche attraverso attività di promozione della cultura cooperativa e di formazione sociale, rivolta ai Soci, ai Consiglieri d’Amministrazione ed alle Direzioni Aziendali (26%).

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Ripresa economica

Abbiamo poi cercato di cogliere, partendo dall’andamento e dalle prospettive complessive dell’economia, una indicazione temporale sulla percezione relativa ad una possibile ripresa economica costante, diffusa e duratura del nostro Paese. Il 56% la ritiene possibile solo a partire dal 2015 ed oltre mentre un 21% la ipotizza solo nel 2014 ed un 23% anche nel corso del 2013. Nella indagine dello scorso anno il 27% la riteneva ipotizzabile solo nel corso del 2013 mentre il 73% la ipotizzava a partire dal 2014. Emerge chiaramente, pur nell’ambito del perdurare delle difficoltà che il sistema economico sta affrontando, una indicazione temporale che evidenzia un qualche segnale di avvio di uscita dalla crisi più profonda (o forse, di rallentamento/blocco della caduta continua di fatturato, ecc.). Le imprese ritengono comunque che la crisi ci accompagnerà ancora a lungo e che pertanto una uscita duratura è ancora abbastanza lontana.

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Portafoglio ordini

Per il 74% (77%) degli intervistati il portafoglio ordini della cooperativa nel 2014 sarà coerente rispetto alla situazione del 2013. Il 22% ipotizza una diminuzione (23%), mentre un 4% ipotizza un incremento (nessuno lo scorso anno). Inoltre tendono ad accentuarsi, seppure in modo differenziato fra settori di attività ed imprese, fenomeni di slittamento/allungamento dei tempi di consegna, dei tempi di incasso e dell’avvio concreto degli ordinativi in portafoglio (il più delle volte per motivi legati alla finanza).

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Margine contribuzione

Il 72% (68%) ritiene che il margine di contribuzione sarà coerente con la situazione del 2013 un 28% (32%) ipotizza una diminuzione.

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Situazione finanziaria

Il 39% (44%) ha riscontrato un marcato allungamento dei tempi medi di incasso, un 5% (6%) evidenzia delle variazioni rispetto alle condizioni contrattuali definite, un 43% (50%) registra un incremento delle insolvenze, dell’avvio di procedure e di fallimenti dei clienti. Pertanto si possono trarre alcune prime valutazioni: non emerge, anche se si mantiene particolarmente elevato, un ulteriore peggioramento del dato relativo all’allungamento dei tempi di pagamento da un lato, che hanno però raggiunto livelli assolutamente importanti e difficilmente sostenibili a lungo, si riducono le modificazioni che si è costretti a convenire, rispetto alle condizioni definite (accanto ad un accentuarsi delle permute e quant’altro, accanto ai pagamenti ordinari) e si evidenzia un dato molto significativo (anche se non un ulteriore incremento) a livello di insolvenze, procedure e fallimenti, dovute al protrarsi della crisi, alle difficoltà ad incassare il dovuto dal pubblico e dai privati ed alle crescenti difficoltà di accesso al credito.

Le progressive criticità di accesso al credito, la situazione degli enti locali (minori risorse e marcato taglio dei trasferimenti, vincoli posti dal patto di stabilità), stanno manifestando un progressivo deteriorarsi della situazione e delle prospettive.

 

Considerazioni conclusive

Nel prendere in esame la situazione economica e sociale del Paese e del nostro Circondario, esprimiamo forti preoccupazioni per uno stato di crisi che continua ad incidere in maniera preoccupante sulle imprese e sulle famiglie.

La situazione generale del Paese è di grande difficoltà e il nostro impegno è finalizzato a costruire le basi per una prospettiva futura che permetta di affrontare la questione fronteggiando le emergenze contingenti e cercando di delineare nuovi scenari.

Da alcuni mesi siamo entrati nel sesto anno di crisi. Sicuramente nessuno, sei anni fa, poteva immaginare quello che avremmo dovuto vedere, affrontare ed attraversare e come ci saremmo trovati a questa data. Stiamo affrontando una crisi profonda, molto insidiosa, che ha colpito il sistema delle aree, Paesi ed imprese (senza fare sconti a nessuno). Una crisi mondiale, che ha prodotto effetti pesanti in particolare a livello della UE, in termini di perdita di posti di lavoro, di chiusura di imprese, di minori risorse a disposizione delle famiglie e delle persone. Oggi però in termini globali ritengo non sia più corretto parlare di “crisi”: sicuramente il nostro Paese è ancora in una crisi profonda (economica, sociale, valoriale), sono nove trimestri di fila che la rilevazione del Pil evidenzia dati negativi, che il Paese è in recessione, non si può più però parlare di crisi mondiale (come si attestava un po’ di tempo fa). Aree e Paesi a livello mondiale stanno crescendo, pur con andamenti eterogenie tra le varie aree ed anche a livello della Ue, dove si profila una ripresa ciclica, molti Paesi hanno abbandonato il segno negativo, anche alcuni di quelli che ad inizio della crisi, occupavano posizioni molto più basse delle nostre. Il nostro Paese, purtroppo, per i noti motivi, si trova ancora ad arrancare in una situazione difficile e complicata. In molti settori e comparti la perdita continua e la tenuta di molte imprese è messa a durissima prova.

Nel corso del 2013 l’attività economica in Emilia Romagna e nel Circondario Imolese ha continuato a flettere, le esportazioni hanno sostenuto la domanda, l’occupazione è calata, i prestiti alle imprese sono ancora diminuiti in genere in tutti i settori produttivi.

Le tendenze per il 2014 evidenziano accanto al perdurare di una situazione problematica, fortemente incerta, con il riemergere di criticità non completamente affrontate e risolte, alcuni segnali favorevoli. Fra le imprese che esportano si prevedono aumenti di fatturato, si prevede un tenue miglioramento della redditività rispetto allo scorso anno. Ovviamente permangono tutte le problematicità strettamente collegate alla situazione del Paese, alla incertezza politico/istituzionale, alla scarsa volontà/capacità di proseguire concretamente sulla strada delle riforme e dell’avvio di politiche industriali a sostegno del sistema produttivo.

Il numero di aziende che chiude, di procedure avviate e di fallimenti è in costante crescita, così come il numero di posti di lavoro perduti e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Non si creano nuovi posti di lavoro, permane una situazione estremamente critica per i giovani e per chi viene espulso in età matura dal mercato del lavoro. La famiglia si conferma l’ammortizzatore sociale per eccellenza, messo a durissima prova dal perdurare di questa situazione.

Dalla nostra analisi per il 2014 emerge il perdurare e l’accentuarsi di una forte preoccupazione per una situazione congiunturale che, sulla base delle previsioni delle aderenti, tende ad evidenziare alcuni segnali positivi, accanto a segnali di ulteriore accentuazione di elementi di criticità.

La dimensione imprenditoriale continua a rappresentare (in aggiunta al settore di attività, ai prodotti e servizi forniti ed ai mercati interni od esteri di riferimento) un elemento significativo di differente situazione e valutazione sulla crisi e le sue possibili evoluzioni, anche se il perdurare e la violenza della crisi, tende ad estendere le criticità anche ad imprese di medio grandi dimensioni imprenditoriali e, comunque, a ridurre le divergenze.

I diversi settori cooperativi hanno subito in genere un rapido deterioramento dell’attività e, per quanto riguarda i settori tendenzialmente si dovrebbero registrare tendenze non negative per l’agroalimentare, i dettaglianti e consumo (pur con alcune criticità per questo ultimo comparto, in particolare per la diminuita capacità di spesa delle famiglie e la progressiva erosione delle marginalità) e le cooperative sociali (più le coop sociali di tipo a che le coop sociali di tipo b, maggiormente legate come sono ai rapporti di lavoro con il sistema delle imprese). Per le sociali si prevedono poi ulteriori effetti negativi per la minore disponibilità di spesa degli enti locali e per gli aspetti finanziari, legati ai tempi di pagamento della committenza pubblica.

Per quanto riguarda il settore manifatturiero permangono aspettative comunque positive e migliori, in particolare per le presenze sui mercati esteri, comunque più recettivi e dinamici, rispetto al mercato domestico.

Il settore delle costruzioni, delle cooperative di abitanti e di conseguenza le industrie manifatturiere della filiera vivono una crisi differenziata ma acuta, che si dovrebbe mantenere molto critica e che non accenna ad attenuarsi.

Crescono le sofferenze nel comparto eterogeneo dei servizi, soprattutto per chi opera con il pubblico e si evidenziano forti criticità derivanti dagli effetti della spending review (minori spese, tagli nei servizi, diverse modalità di procedure per gli appalti).

Per quanto riguarda l’occupazione nelle nostre aderenti possiamo ipotizzare una tenuta/leggera flessione, con un aumento al ricorso agli ammortizzatori sociali.







In pillole:

Sentiment : sul futuro del sistema e del Paese, staziona sempre in terreno non positivo. Incertezze derivanti dal continuo deteriorarsi del quadro politico istituzionale; costi delle materie prime ed energia ed esportazioni che tendono ad incrementarsi. Oltre il 90% degli intervistati non prevede alcun miglioramento del quadro macroeconomico del nostro Paese a breve termine. Anzi un buon 40% attende un ulteriore deterioramento dell’economia nei prossimi mesi .

Credito bancario e liquidità : razionato e costoso, aumento della pressione tributaria e ritardo dei pagamenti, in un contesto di stagnazione prolungata della domanda interna, rappresentano i principali elementi di preoccupazione. Tra le poche luci si segnala, nelle medio-grandi imprese, che l’export continua a reggere ed incrementarsi (nel territorio operano sui mercati esteri in via continuativa e strutturata circa un 8-10% delle aderenti). La situazione relativa alla liquidità, tende a peggiorare a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento (da parte di soggetti pubblici e privati) e delle restrizioni del credito.

Accesso al credito : si mantiene come problema, in particolare per le imprese di piccola e media dimensione ma non solo. Si incrementano di 2 punti percentuali le aspettative di risposte negative da parte degli istituti di credito, di ottenere importi inferiori a quelli richiesti e di ulteriori rialzi degli spread applicati dalle banche.

Occupazione : fino ad oggi la situazione ha tenuto, con leggeri scostamenti negativi, anche attraverso un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, tendono a peggiorare le attese.

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